Spettacolo in carcere

Da anni alcune delle classi dell'IIS Arimondi Eula hanno la possibilità di partecipare come spettatori allo spettacolo che Voci Erranti propone in collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Saluzzo.

Quest'anno sono state sei le classi terze dell’istituto coinvolte. Lo spettacolo proposto ha un titolo in siciliano, Amunì, cioè “andiamo”, “diamoci una mossa”.  Si tratta di uno spettacolo di grande successo: 10 anni di rappresentazione, 70 repliche in tutta Italia. Quattordici fratelli in attesa del ritorno del padre mettono a nudo le proprie storie e aspettative. Questo padre sembra Godot, non arriva mai, l'attesa è inutile. E’ piuttosto facile cogliere la metafora: il senso dell'attesa in carcere è quasi un ossimoro, qui il tempo si é fermato per qualcuno ma fugge per altri.  Gli attori sono credibili perché parlano di storie vere già vissute.  Alcuni degli attori sono padri, tutti figli ma il carcere nega loro la possibilità di vivere i rapporti con i familiari. L'emozione è tangibile sia sul palco che tra il pubblico.

Grazie a chi ha dato la possibilità di assistere a un evento così carico di pathos, grazie agli attori, alla polizia penitenziaria e alla Direzione del carcere “Rodolfo Morandi”. E’ stato un momento di crescita per tutti.

            Professor Maurizio Biancotti