Perché un ingegnere dovrebbe conoscere il latino

 

Lo studio del latino sta perdendo appeal fra i giovani italiani, che ritengono la lingua di Cicerone una faccenda vecchia: inutile sprecare energie per impararla. Al contrario, molte prestigiose università americane ed europee stanno valorizzando lo studio del latino e programmano corsi molto frequentati dagli studenti degli indirizzi scientifici.

Perché un ragazzo proiettato verso l’informatica, o la medicina, o la chimica dovrebbe studiare latino?

Le ragioni sono molteplici e non è pensabile elencarle tutte. Vediamone alcune.

Innanzitutto il latino aiuta a parlare correttamente in italiano, amplia il vocabolario dei ragazzi, oggi sempre più povero, arricchendolo di termini e di sfumature che favoriscono l’ordine mentale e l’elaborazione del pensiero. E chi parla bene, dicono gli scienziati, pensa anche bene!

In secondo luogo il latino aiuta a capire i testi scientifici, poiché è la base dei linguaggi settoriali. Qualche esempio?  Virus, bacilli, ostetricia, morbillo, follicolo, in medicina; computer, monitor, sistema binario, bit, video in informatica; solvente, soluto, fluoro in chimica; humus, habitat, cellule, avicolo in scienze … insomma, il latino scientifico è dappertutto.

Come terza ragione la lingua dei nostri avi favorisce la logica e l’attenzione. Chi l’ha studiata sa che la traduzione di testi, anche brevi, richiede un’attenzione continua al particolare: si procede con ipotesi che vanno poi attentamente verificate o scartate. Questo è esattamente il ragionamento scientifico, la base del metodo sperimentale iniziato da Galileo Galilei e tuttora fondamento della scienza.

Ultima ragione: il latino serve al nostro ipotetico ingegnere perché lo renderà più … umano, lo arricchirà di quella cultura, di quella riflessione sul senso della vita e dell’uomo che abbonda negli scrittori latini e che difficilmente un ragazzo di oggi troverà nel suo futuro percorso di studi. Abituerà infine a un pensiero divergente, aperto, curioso e attrezzato per superare le sfide sempre nuove del domani, a cui nessuna disciplina scolastica del presente può dare ancora risposte.

Forse queste non sono buone ragioni per studiare il latino?